VINO, SOSTANTIVO SINGOLARE FEMMINILE!
Live Wine 2019…
Chi mi conosce bene sa che sono ancora molto diffidente quando si parla di vini naturali.
Faccio molta fatica, soprattutto, quando si giustificano difetti evidenti con la scusa che si tratta di vini naturali.
Come se non bastasse, ho l’impressione che spesso molti vini abbiano un unico filo conduttore, bianchi, rossi o rosati che siano.
Un unico “rumore di fondo”, una nota al naso a cui non saprei dare un nome, ma che non fa il paio con l’idea, che molti portano avanti fieramente, che certe pratiche in vigna e in cantina e l’uso di lieviti indigeni esaltino le caratteristiche di determinate uve in determinati terroir.
Ad ogni modo, nonostante le mie perplessità, o forse proprio a causa loro, ho deciso di spendere ben 2 giorni al Live Wine 2019 e, sebbene alcuni produttori abbiano confermato i miei dubbi, altri invece sono riusciti a confutarli.
La Tenuta del Conte
Tra questi c’è Mariangela che gestisce, assieme al papà e al fratello, la Tenuta del Conte.
Mariangela per me è stata una sorpresa, così come lo sono stati i suoi vini, che ho trovato estremamente puliti, ma anche con un bel caratterino, un po’ come quello di questa coraggiosa produttrice!
Storie di vino e di donne
Quando ci siamo avvicinati al banco, siamo stati accolti con un grande sorriso e una grandissima voglia di raccontare, con un pizzico di soddisfazione, la storia della Tenuta e dei suoi vini, ma anche la storia di una donna caparbia e coraggiosa, con un grande amore per la sua terra e per le vigne di famiglia.
La storia di una donna che, assieme al padre, ha deciso di dare una svolta all’azienda di famiglia, che da viticola è divenuta vitivinicola e, soprattutto che ha fatto una scelta importante decidendo di lavorare totalmente in biologico.
I vigneti sono coltivati con il metodo biologico, pesticidi ed erbicidi sono banditi. In alcuni vigneti, viene praticato il sovescio con piante leguminose (lupini e favette) che poi vengono interrate all’epoca in cui sono fioriti, perché coincide con il risveglio delle viti e pertanto apportano loro maggiore azoto.
In altri, dove il terreno è particolarmente fertile, viene praticato l’inerbimento con graminacee (avena e farro), che periodicamente vengono trinciate, per regolarizzare in modo naturale la virilità delle piante e, nel contempo, distruggere le erbe infestanti.
Per i trattamenti anti-fungicida (oidio e peronospera) si ricorre allo zolfo e al rame.
Oltre a questo, grande attenzione viene fatta nella selezione delle uve che poi verranno effettivamente usate per vinificare.
Una selezione fatta in vigna, assaggiando i vari grappoli, per determinare il livello di maturazione dei tannini e l’equilibrio dei grappoli, e decidere il momento migliore per la vendemmia e la tecnica di vinificazione per le uve di ogni parcella.
Mariangela ha le idee chiare e un carattere deciso.
All’inizio, si è affidata ad un enologo, ma ben presto si è resa conto che, pur nella sua bravura, questi non sarebbe mai riuscito a produrre il vino che lei, invece, aveva ben chiaro in testa.
E così ha incominciato a far da sé!
Parla con la sicurezza di un esperto, ma dichiara anche di essere assolutamente autodidatta, mentre ci racconta come è stato prodotto ognuno dei suoi vini, le sue sperimentazioni in cantina, i successi e quelli che lei considera un po’ i suoi insuccessi, anche se c’è stato chi ha espresso grande apprezzamento.
I vini
Ci eravamo avvicinati con l’intenzione di provare solo il Ciró rosso, ma non abbiamo potuto non degustare l’intera batteria di vini!
Siamo partiti, dunque dai due bianchi: Ciró Bianco 2017 e Ciró Bianco Diversamente 2014, entrambi prodotti da uve Greco 100%.
Ciró Bianco 2017
Il Ciró Bianco 2017, prodotto da un vigneto a 50 mt sul livello del mare, con vendemmia nella prima decade di ottobre. La fermentazione avviene in maniera spontanea con lieviti indigeni, senza alcun controllo della temperatura. La malolattica viene svolta in maniera spontanea. In seguito, affina 7 mesi sui lieviti in acciaio e, successivamente, 4 mesi in bottiglia.
Giallo paglierino nel calice, salmastro e minerale al naso con lievi note di erbe balsamiche, piacevolmente fresco e sapido al palato.
Ciró Bianco Diversamente 2014
Il Ciró Bianco Diversamente 2014, invece, prodotto da un vigneto a 100 mt sul livello del mare con vendemmia nella seconda decade di ottobre.
In questo caso, si è scelto di fare una macerazione di 48 ore, anche qui senza alcun controllo della temperatura.
La vinificazione avviene in acciaio con lieviti indigeni, la malolattica avviene in maniera spontanea.
Segue un affinamento in acciaio di 2 anni e in bottiglia di 6 mesi.
Giallo oro nel calice, già alla rotazione capisci che è un vino con una certa struttura, un certo corpo, un suo peso.
Al naso note floreali, frutta bianca, un che di speziato, pepe bianco, e miele.
In bocca il vino è fresco, corposo, mordido e vellutato.
Poi, in successione, il Rosato 2017, che, ci ha spiegato Mariangela, per loro in realtà è il vero Ciró, un vino con una bella struttura, che non deve mai mancare sulla tavola!
100% Gaglioppo, è prodotto da un vigneto a 50 mt sul livello del mare con vendemmia nella prima decade di ottobre.
Di norma, viene fatta una macerazione di 30 ore, ma in questo caso si è scelto di fare una macerazione di sole 12 ore.
Viene poi estratto solo il mosto fiore che viene avviato alla fermentazione spontanea con lieviti indigeni a cui segue una malolattica spontanea.
Questo vino matura 12 mesi in acciaio, sulle fecce fini e 10 mesi in bottiglia.
Alla vista si presenta con un colore tendente alla buccia di cipolla o, per citare la mia docente Onav preferita, buccia di cipolla di Cannara!
Al naso fiori, frutta e spezie, piacevolmente tannico al palato, bell’acidità, un rosato dalla struttura importante.
E per concludere il Cirò DOC Rosso Classico Superiore e la Riserva Dalla Terra.
Cirò DOC Rosso Classico Superiore 2015
100% Gaglioppo, da un vigneto a 50 mt sul livello del mare, che in linea d’aria dista 3-4 km, ed insiste su un terreno argillo-calcareo. La prossimità del fiume garantisce forti sbalzi termici tra notte e giorno, inoltre il vigneto è molto aperto e dunque asciutto.
Le uve vengono vendemmiate nella terza decade di ottobre, segue una macerazione di 6 giorni molto particolare. Infatti, Mariangela ci spiega che, per estrarre meno colore e tannino dalle bucce, evita di bagnare il cappello di vinacce.
Dunque, i rimontaggi vengono effettuati con un tubo che viene inserito in un foro al centro del cappello.
Anche in questo caso, la fermentazione è spontanea con lieviti indigeni, segue la malolattica spontanea.
Il vino poi matura 2 anni in acciaio e 7 mesi in bottiglia.
Granato nel calice, il naso potrebbe far pensare ad un nebbiolo così come la sua potenza e la sua tannicitá.
Un vino pulito, molto giovane e con una buona longevità a mio avviso.
Cirò DOC Rosso Classico Superiore Riserva “Dalla Terra” 2013
100% Gaglioppo, prodotto da un vigneto a 150 mt sul livello del mare, con alle spalle la montagna e davanti il mare, qui il suolo è prevalentemente costituito da argilla rossa.
Macerazione di 30 giorni, fermentazione spontanea con lieviti indigeni, malolattica completamente svolta in modo naturale. Segue un affinamento di 18 mesi in acciaio e 36 mesi in bottiglia.
Qui, praticamente, siamo di fronte ad un Barolo… nel calice rosso rubino; al naso, note ematiche, spezia, note di legno. Al palato l’acidità è elevata, come pure il tannino ancora bello aggressivo. Siamo davanti ad un vino decisamente longevo!
Conclusioni
Mariangela mi ha conquistato con il suo sorriso, il suo carattere deciso, il suo coraggio e, ovviamente, con i suoi vini!
Non è facile farsi strada nel mondo del vino, lo è ancor meno per una donna, ma lei ha carattere e forza da vendere. A lei va tutta la mia ammirazione e la mia stima.
Questa volta abbiamo portato via solo il rosato, perché avevamo ancora tanti altri produttori da visitare, ma so già che molto presto chiamerò Mariangela e farò un po’ di sano enoshopping!
Posted on: Marzo 8, 2019, by : Sara Passaro