Il Mercato del FIVI e il Greco Muscio
Conosci il Greco Muscio?
Questo il nome con cui nel passato i contadini irpini chiamavano quella che oggi è nota come Roviello Bianco, un’uva bianca autoctona iscritta dal 2009 nel registro dei vitigni autoctoni italiani.
Caratterizzato da grappolo grande e spargolo, il chicco del Greco Muscio ha la caratteristica che la buccia cresce a dismisura rispetto alla polpa interna, assumendo così l’aspetto di uva “moscia”, con un forte sbilanciamento tra la materia verde e la polpa.
A lungo usata come uva da taglio per il Greco, in realtà, quest’uva ha grandi concentrazioni di catechine e polifenoli, che ne rendono il mosto e, poi il vino, particolarmente resistente ai fenomeni ossidativi.
I mosti del Greco Muscio sono sempre molto concentrati, dal momento che, proprio per le sue peculiarità, l’uva rilascia non più del 50% in materia liquida, durante la premitura, e ha un estratto secco che si attesta almeno intorno al 21%.
Cantine Lonardo e il Grecomusc’
Noi abbiamo avuto la fortuna di imbatterci nelle Cantine Lonardo, durante il mercato del FIVI, e di parlare con quello che forse potremmo definire uno tra i “salvatori” di questo vitigno, il Prof. Alessandro Lonardo.
Le Cantine Lonardo, infatti, hanno il merito di aver intuito le potenzialità di questa uva, salvandola dall’eliminazione, in collaborazione con un piccolo gruppo di viticoltori locali e con Slow Food .
Oggi, forti di qualche centinaio di ceppi, i più vecchi a piede franco e con un’età che va dai 40-50 anni a più di un centinaio di anni, quest’uva è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda, con una piccola produzione di 2000-2500 bottiglie.
Prodotto in due versioni, una solo in acciaio e una con passaggio in legno, è un vino che ricorda, per certi versi alcuni vitigni del nord, racconta il Prof. Lonardo, vini come i Riesling o certi Chablis, per la sua mineralità e longevità.
Degustazione
Noi ci siamo subito innamorati della versione in acciaio il Grecomusc’ Campania Bianco IGP 2016.
Di un colore paglierino intenso, con leggeri riflessi verdi.
Intenso, elegante e persistente al naso, colpisce per le note minerali, con accenni floreali e di frutti bianchi.
In bocca è un vino secco, con grande intensità e buona persistenza, caldo e sapido, con buona acidità acida, che lo rende piacevole alla beva e gli garantisce ottima longevità.
Noi, per non saper né leggere né scrivere, una bottiglia l’abbiamo portata a casa!
Ma ci siamo anche ripromessi di andare a far visita al Professore e alla sua gentile consorte.