AZIENDA AGRICOLA ROBERTO SAROTTO
L’Italia del vino rappresentata all’estero.
A volte sembra difficile, se non impossibile, conciliare l’idea che ci si fa dell’Italia aprendo un qualsiasi quotidiano, con con i risultati delle esportazioni di certi prodotti nostrani che vengono molto apprezzati in tutto il mondo.
Un paese casinaro, pasticcione (per non voler infierire), dove le condizioni per chi lavora e produce sono quasi proibitive. Ed allo stesso tempo un paese che, nonostante tutte le difficoltà, all’estero continua ad essere molto amato.
Ma come mai?
We love Italy.
Se è più intuitivo capire che possiamo essere apprezzati per la storia, l’arte, la cultura, tutte cose che fanno parte di un patrimonio unico ma che, come dire, sono frutto di un glorioso “passato”, è più difficile rendersi conto che parte di questo apprezzamento internazionale è anche dovuto a chi oggi, nel presente, in mezzo a mille difficoltà, lavora per creare ed esportare quei prodotti italiani che contribuiscono a consolidare l’idea di eccellenza e di qualità del made in Italy: le auto, la moda, il design, ma sempre di più i prodotti enogastronomici, e tra questi in particolare il vino.
L’Azienda Roberto Sarotto.
Proprio per questo, vedere all’opera un’azienda che riesce ad avere un notevole successo sui mercati internazionali, e lo fa conciliando tradizioni secolari ad innovazione e crescita, ha un effetto rinvigorente.
Sto parlando di Roberto Sarotto e della sua azienda vinicola, che abbiamo visitato in occasione di un recente giro nella Langhe.
Abbiamo accettato l’invito in azienda, dopo aver scritto di uno Chardonnay di Sarotto (Il Puro), che avevamo prima assaggiato nel centralissimo negozio Sarotto ad Alba e poi messo a confronto in un simpatico match su questo sito con uno Chardonnay francese (Il Grand Ardèche Chardonnay 2015 – Maison Louis Latour). (link)
La visita
Le nuove cantine in costruzione:
Arrivando a destinazione, in quel di Neviglie (CN), ci siamo subito accorti che c’era fermento. L’azienda, che è già molto estesa, si sta dotando di due nuove cantine.
Ci ha subito colpito un particolare: in una zona dell’azienda che sarà adibita ad accogliere una delle due nuove cantine, erano già stati installati dei grossi tini inox, ma non c’era ancora le pareti. In effetti, i serbatoi sono quasi interamente dei “monoblocchi” e quindi sarebbe stato impossibile farli entrare dalla porta; meglio piazzare prima i tini e poi costruirci la cantina intorno!
Oltre alle nuove cantine, si stanno costruendo anche delle nuove strade, che verranno utilizzate per accedere agli impianti. Con questa ulteriore crescita, l’azienda somiglierà quindi sempre più ad un piccolo borgo abbarbicato alla collina su più livelli.
Di che tipo di azienda stiamo parlando?
Per dare un’idea della dimensione dell’azienda, stiamo parlando di un produttore da 1,5 milioni di bottiglie l’anno, che si estende su di una superficie vitata di 90 ettari e che impiega una trentina di persone a tempo pieno più gli stagionali quando c’è la vendemmia.
Quindi un’azienda vitivinicola media, ma molto ben strutturata. In un contesto italiano dove le aziende e le attività chiudono, fa piacere vedere un’azienda che al contrario deve dotarsi di nuove strutture perché sta espandendo il suo giro d’affari.
Ricordiamo che l’azienda ha anche un punto di vendita nel centro di Alba, in piazza Ferrero. Il negozio, che impiega altro personale, è una testa di ponte per il mercato italiano ma funge anche da vetrina per l’azienda ad Alba, che è frequentata sempre più da turisti stranieri.
C’è da scommettere che oltre a nuovi clienti italiani, con il negozio di Alba, Sarotto riesce ad accaparrarsi anche altri nuovi clienti stranieri, oltre a quelli che ha già e che rappresentano il nocciolo duro del mercato di riferimento dell’azienda.
L’attività.
Si nota subito, una volta entrati nell’area accoglienza dell’azienda, come l’attività proceda in modo frenetico anche durante i weekend.
Tuttavia, la ragazza che ci ha seguiti durante la visita, ci ha assicurato che durante la settimana è ancora peggio. Come lei, molti dei dipendenti sanno parlare anche il tedesco, in quanto la Germania è uno dei mercati di sbocco principale per Sarotto.
Infatti, nell’ora di tempo che abbiamo trascorso a degustare i vari vini prodotti da Sarotto, dopo aver visitato l’azienda, sono entrate frotte di visitatori che parlavano soprattutto tedesco. E nello stesso lasso di tempo, gli scatoloni che erano accatastati sui pallet nello spaccio aziendale, sono letteralmente “andati via come il pane”.
In apparenza le scorte non mancano: in cantina, il vino, che viene invecchiato in barrique francesi o della Slavonia da 225 litri o in Tonneaux di rovere americano da 500 litri, è stipato ovunque. Capiamo così, che l’investimento nelle nuove cantine non poteva probabilmente più essere rimandato per stare dietro ad una domanda in costante crescita.
Nonostante fossimo nel pieno della vendemmia, Roberto Sarotto ha trovato un po’ di tempo da dedicarci e per rispondere ad alcune nostre domande:
Come funziona la vostra struttura distributiva?
“Tramite grossi importatori. Abbiamo una cooperativa di enoteche tedesche, ad esempio, che acquista da noi e che vende in Germania utilizzando il loro marchio in sinergia con il nostro. Facciamo il 90% della produzione all’estero”, ci dice.
Gli chiediamo, allora, come mai non abbia puntato di più sul mercato italiano.
“Il mercato in Italia, è estremamente concorrenziale. È vero che all’estero ci rivolgiamo a dei grossi distributori, che tengono una quota di margine importante per loro. Ma grazie a loro, riusciamo a coprire interamente i paesi e a fare dei grossi volumi, senza dover affrontare i costi di una struttura distributiva capillare. Se avessi iniziato a vendere in Italia, non sarei riuscito a fare certi numeri. Ora però, avendo le spalle un po’ più larghe, posso iniziare a pensare di espandere il fatturato anche in Italia: con i giusti investimenti e con una struttura commerciale ben fatta, si possono ottenere margini molto interessanti”.
Passo a questo punto la palla a Sara, che ci parlerà un po’ dei vini di Sarotto.
La Degustazione
La visita non poteva che concludersi con la degustazione di alcuni dei vini prodotti dall’azienda.
Ci è stata lasciata ampia possibilità di scelta, infatti, ci è stata consegnata la lista di tutti i vini disponibili per la degustazione, in pratica la produzione completa, con l’esclusione di alcune bottiglie di annata o a tiratura limitata.
Noi abbiamo ci siamo lasciati tentare da 4 delle referenze dell’azienda:
- Impuro, Piemonte DOC, Chardonnay 2017 – listino 2018 6,50€;
- Bric Sassi, Gavi del Comune di Gavi DOCG, 2017 – listino 2018 6,50€;
- Barbaresco Currà DOCG Riserva 2012 – listino 2018 15,00€;
- Barolo Audace DOCG 2013 – listino 2018 25,00€.
Impuro Chardonnay 2017
L’Impuro è un blend di Chardonnay e Sauvignon blanc, rispettivamente 85 % e 15 %, una gradazione di 13,5 % vol, affinato per 6-8 mesi in acciaio.
Alla vista, si presenta di un brillante giallo paglierino con evidenti riflessi verdini, un vino giovane e profumato.
Al naso si avvertono note floreali di camomilla, fruttate di uva spina, frutto della passione, melone, pesca bianca e note balsamiche.
In bocca è fresco, minerale e sapido, perfettamente rispondente alle percezioni olfattive, armonico ed equilibrato.
Gavi del Comune di Gavi, Bric Sassi, Tenuta Manenti, 2017
100% Cortese, il vino nel calice è caratterizzato da colore giallo paglierino più carico, al naso risulta aromatico, con note floreali e minerali, in bocca l’acidità e la mineralità sono piacevolmente spiccate.
Barbaresco Currà DOCG Riserva 2012
Questo è un Barbaresco decisamente potente, con i suoi 15,5 % vol.
Nel calice si presenta di un vivace rosso granato.
Al naso è intenso, con note di frutta matura, soprattutto ciliegia, note floreali, speziato, con accenti di chiodi di garofano, ma anche una leggera nota animale e note di legno.
In bocca è decisamente caldo, con un tannino potente ben sostenuto dall’acidità del vino, al palato si confermano gli aromi di frutta e spezia.
Barolo Audace DOCG 2013
Il Barolo Audace è, senza ombra di dubbio un vino potente, con ben 16 % vol.
Alla vista di colore rosso rubino vivace, tendente al granato.
Al naso si percepiscono note di fiori, vaniglia e frutta matura, con accenti boisée.
Caldo, con un bel corpo, un’ottima acidità e un tannino piacevolmente vellutato, che si armonizzano con la sua gradazione importante, sapido e fruttato in bocca, con piacevoli note vanigliate.
Persistente dal finale piacevole e pulito.
Ancora molto giovane, a giudicare dall’assenza di note terziarie, decisamente piacevole, questo è un vino importante per pietanze importanti.
Posted on: Dicembre 13, 2018, by : Sara Passaro